Jacques van Lennep, Alchimia, Edizioni Mediterranee, Roma 2020.

pp. 496, 1.000 illustrazioni, ISBN 9788827230664, € 135,00. 

Pagina on-line dal 02/05/2021

Jacques van Lennep (classe 1941, ex professore all’Accademia di Belle Arti di Bruxelles) è un artista contemporaneo belga, che ha legato la sua fama tanto alla qualità della sua produzione figurativa quanto al campo della storia dell’arte e della storia delle idee, attraverso un’opera magistrale uscita nell’ormai lontano 1985 per i tipi di Dervy Livres (col concorso del Crédit Communal de Belgique). L’Alchimie di Van Lennep, da allora, per qualità e vastità della documentazione iconografica raccolta, per l’approfondimento e ampiezza del ventaglio affrontato di tematiche relative all’arte Sacra, è divenuta un classico di riferimento.

Il testo, che nasce originariamente a coronamento di un’esposizione sull’arte alchemica, si apparenta a vari tentativi che, a più riprese e con intenti abbastanza omogenei, in questi ultimi decenni hanno affrontato il tema dell’iconografia alchemica: facciamo riferimento, ad esempio, ai competenti testi di Stanislas Klossowski de Rola – Alchemy: the secret Art, uscito in prima edizione nel 1973 e, successivamente, The Golden Game, del 1988 – oppure il diffuso Alchimia e Mistica di Alexander Robbs, edito in più lingue dalla Taschen (2005), o ancora il più recente bel libro di Jörg Völlnager, uscito in tedesco e francese nel 2012: Alchimie: l’art royal. Ciò nonostante, crediamo di non fare un torto a nessuno e di sottolineare l’ovvio nell’affermare che, nei fatti, il testo di Van Lennep è, a tutt’oggi, rimasto in buona parte insuperato, e costituisce un titolo di base imprescindibile per chiunque si avvicini, a qualunque titolo, al tema dell’iconografia alchemica. L’autore, affrontando, nell’ambito di una ricerca pluridecennale, il complesso tema della dottrina alchemica, ha attinto a un patrimonio tradizionale sia testuale che iconografico con una ricchezza documentale e profondità di sguardo che rimangono, ad oggi, perfettamente attuali. Le pagine di Van Lennep, costruite su di una bibliografia ricchissima, costituiscono un’efficiente porta di accesso a un labirintico mondo di segni e di stratificazioni simboliche attraverso cui, capitolo dopo capitolo, immagine dopo immagine, il lettore si sente sapientemente condotto.

Si tratta di un percorso iconologico e di ermeneutica simbolica in sé assai complesso, che non cessa di generare studi specifici e mai definitivi. L’immaginazione alchemica, nei suoi mille anni di storia e di produzione documentale, erede di lacerti simbolici di derivazione pagana e gnostica, costituisce una scaturigine inesausta di contenuti immaginali che hanno permeato la cultura occidentale in molteplici forme ed espressioni. Il gioco di rimandi simbolici entro cui si sviluppa il discorso dell’alchimia (e, di riflesso, quello ermeneutico sull’alchimia), il codice criptico che stabilisce la complicità dichiarata e programmatica tra lettore e scrittore, genera una materia dunque sterminata, variabile e caotica, al cui interno è possibile orientarsi in una molteplicità di approcci che il testo di Van Lennep cerca di contemplare e proporre col massimo possibile della sistematicità. Affrontando gruppi tematici omogenei, che attraversano con ampia diffusione l’intero dipanarsi storico del repertorio iconografico, l’autore opera una sintesi impressionante per mole e per valore documentale, che interessa allo stesso modo lo storico dell’arte, lo storico delle idee e il pubblico colto, a vario titolo interessato alla materia magmatica e immaginifica del simbolismo ermetico.

L’operazione delle Edizioni Mediterranee, colma, con grave ritardo, la vistosa lacuna dell’assenza di una versione italiana tale da rendere, nel nostro paese, il testo fruibile al di fuori della più ristretta cerchia degli specialisti. Il libro si presenta in una lussuosa veste editoriale che non ha nulla da invidiare all’edizione originale: stesso formato, analoga qualità di carta e di stampa. Si tratta, dunque, di un’operazione di rara qualità e competenza, in un panorama nazionale non sempre esaltante, che conferma l’attenzione storica del gruppo editoriale romano per un ambito tematico sempre più frequentato e studiato.

Massimo Marra