Pagina on-Line dal 07/04/2012

 

Una nota immagine di Ermete trismegisto dal paviomento della cattedrale di Siena, opera di Giovanni Di Stefano (1488). Fonte Wikimedia commons 

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Quando, intorno al 1460, arriva a Firenze, tra gli altri, il manoscritto contenente 14 dei 17 trattati del Corpus Hermeticum, Cosimo de Medici non ha dubbi nell’assegnare immediatamente una eccezionale importanza agli antichissimi scritti del tre volte grande Mercurio, ed ordina al suo Marsilio Ficino di dare la precedenza alla versione dei trattatelli del corpus¸ che così precedono perfino la traduzione ficininana di Platone.
Il testo viene tradotto nel 1464, e, poco dopo, il volgarizzamento latino viene volto in italiano dal poeta e traduttore Tommaso Benci (1427-1470) amico stimato e sodale di Ficino, discendente di una nota ed influente famiglia di mercanti, cui si deve, secondo alcuni, anche un volgarizzamento rimasto manoscritto del De Furore Divino ficiniano. Tuttavia il volgarizzamento dei trattati ermetici vedrà la stampa solo nel 1548, per cura di Carlo Lenzoni (1501-1551) magistrato che ai prestigiosi incarichi pubblici (fu anche tesoriere ducale) affiancò sempre una intensa attività intellettuale, divenendo tra gli esponenti di maggior spicco dell’Accademia Fiorentina. Il testo viene ristampato l’anno seguente, ed è questa l’edizione recentemente digitalizzata da Google:
Il Pimandro di Mercurio Trismegisto tradotto da Tommaso Benci in lingua Fiorentina, in Firenze 1549.
I tipi dell’edizione sono quelli di Lorenzo Torrentino (1499-1563) nome che non è altro che l’italianizzazione di Laurens Van den Bleek, il colto stampatore del Brabante che troviamo, a partire dal 1532, a Bologna, e che dal 1546 sarà invitato a Firenze da Cosimo de Medici, divenendo stampatore ducale, pubblicando peraltro alcune tra le più importanti opere di autori come Giovio, Guicciardini e Vasari.  
L’edizione fiorentina è la prima edizione volgare, che aprirà la strada alle edizioni francesi del 1557 [1] e del 1579 [2], e rimarrà la sola edizione italiana del corpus fino a quella novecentesca curata dl Bonanni [3].
Nella nostra edizione on-line abbiamo sostituito l’arcaica & con la moderna e, separato l’articolo o la preposizione dal pronome (ad es. ilquale è stato sciolto in il quale, alloro in a loro) e riunita la preposizione con l’articolo (da’l è divenuto dal) ed il pronome dimostrativo col verbo essere (ciò è è diventato cioè). La punteggiatura è stata completamente rimaneggiata e, dove strettamente indispensabile, l’accentazione è stata ricondotta a quella moderna. Abbiamo inoltre ridotto all’uso moderno l’elisione e sciolto le abbreviazioni d’uso. Qualche raro errore di stampa è stato emendato. Le maiuscole che il Benci attribuisce agli enti ed alle loro qualità sono, come di consueto per le edizioni a stampa antiche, incostanti ed utilizzate con frequenza più o meno casuale. Le abbiamo soppresse per la maggior parte, conservandone solo alcune (Dio, Mente, Padre laddove riferito alla divinità etc.). Per il resto la trascrizione è conservativa.

Massimo Marra © – tutti i diritti riservati – riproduzione vietata con qualsiasi mezzo e per qualsiasi fine.

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NOTE:

  
[1] Deux livres de Mercure Trismégiste Hermés, tres ancien theologien & excellant Philozophe, l’un De la puissance et sapience de Dieu. L’autre De la volonté de Dieu, avecq’un dialogue de Loys Lazarel, poëte chrestien intitulé le Bassin d’Hermès; le tout traduit de Grec en françoys, par Gabriel Du Preau, natif de Macoussis pres Mont’hery. Estienne Goroulleau, Paris,1557.

[2] Pimandre de Mercure Trismégiste, de la philosophie chrestienne, cognoissance du verbe divin et de l’excellence des oeuvres de Dieu, traduit de l’exemplaire grec, avec collation de très amples commentaires, par François, Monsieur de Foix, de la famille de Candalle, S. Millanges, Bourdeaux 1579.

[3] Il Pimandro, ossia l’Intelligenza suprema che si rivela e parla, ed altri ascritti ermetici, tradotti per la prima volta dal greco in italiano dal Dr. Giovanni Bonanni con una introduzione, All’Insegna della Corona dei Magi, in Todi presso la Casa Editrice «Atanòr», 1913

 

 

Il frontespizio dell’edizione del 1549