Baro Urbiger – Aphorismi Urbigeriani o Circulatum Majus (1690) – Introduzione e traduzione di Massimo Marra

Pagina on-line da 03/06/2012

Introduzione

L’editio princeps di quest’opera, che presentiamo nella sua prima edizione integrale italiana, è quella londinese, di cui riportiamo integralmente il frontespizio:

Aphorismi Urbigerani, Or Certain Rules, Clearly demonstrating the Three Infallible Ways of Preparing the Grand Elixir or Circulatum majus of the Philosophers, Discovering the Secret of Secrets and detecting the Errors of vulgar Chymists in their Operations: Countain’d in One Hundred and One Aphorisms: To which are added the Three Ways of Preparing the Vegetable Elixir or Circulatum Minus: All deduc’d from Never Erring Experience. By Baro Urbigerus, A servant of God in the Kingdom of Nature. Experto Crede. London, Printed for Henry Faithorne, at Rose in St. Paul Church-yard, 1690.

L’anno dopo vide la luce l’edizione tedesca, che si ha ragione di credere curata dallo stesso autore. Questi, infatti, dichiara, nell’edizione del 1690, di non essere inglese e di scrivere in quella lingua solo perché si trova in quel periodo in Inghilterra, annunciando che avrebbe pubblicato i suoi scritti nella lingua del luogo in cui avrebbe in futuro soggiornato:

Aphorismi Urbigeriani oder Gewisse Reguln, welche klärlich anweisen die 3. unfehlbahren Wege umb das Grosse Elixir, oder Circulatum Majus der Philosophen zubereiten, wodurch entdecket werden so wohl die grösten Geheimnisse, als Irthümer der gemeinen Chymisten in ihren Arbeiten, verfasset in 100 und ein Aphorismos… mittgetheilet von Barone Urbigero, Gottes gertreuen Priester in Tempel der Natur…. Verlegts, Johan Caspar Birckner, 1691.

Questa versione tedesca viene in seguito ristampata in una raccolta, Besondere Chymisce Schrifften (Hamburg, Bey Benjamin Schillern, Buchhändlern im Thum, 1705), in cui viene inclusa pure la raccolta dei 31 aforismi del Circulatum Minus. La versione originale inglese trova una ristampa, limitata a soli 100 aforismi (l’anonimo curatore salta l’aforisma 99 dell’edizione del 1690), e, dunque, del tutto priva del Circulatum Minus, nell’opera anonima – ma spesso attribuita a Francis Barret – The lives of alchemystical philosophers: with a critical catalogue of books in occult chemistry, and a selection of the most celebrated treatises on the theory and practice of the hermetic art (London, MacDonald and Son, 1815).

Elie-Charles Flamand (Erotique de l’alchimie, Paris 1989, p 73) segnala infine una traduzione francese che sarebbe apparsa in un catalogo di Dorbon del 1911 ma di cui non abbbiamo ulteriori notizie, riportandone il titolo in frontespizio:

Urbiger B. Ministre de dieu dans le Temple de la Nature. Abregé de toute Philosophie démonstrative divisée en trois parties. Dussedore, Schleuter, 1694, in 4°.

Nella storia dell’alchimia seicentesca, non sono molti gli pseudonimi che abbiano resistito all’attenzione indagatrice dei ricercatori; tra essi c’è senz’altro quello del Baro Urbiger. Di quest’autore, infatti, a tutt’oggi, non sappiamo nulla di più di quanto è magistralmente sintetizzato dal Ferguson nella breve annotazione che accompagna la sua recensione dell’edizione tedesca degli Aphorismi del 1705. Ne riportiamo ampi stralci:

«Petraeus, nella sua prefazione, parlando di certe persone che scrivono sulla trasmutazione non sulla base di esperienze pratiche, ma su mere congetture, aggiunge: “il che potrei quasi affermare anche di una persona ben conosciuta per i suoi scritti, chiamata Baro Urbigerus, Borghese or C. de Siebenb. [Siebenburg o Siebenberg?] che morì solo pochi anni fa in Sassonia sebbene sia certo che nei suoi “Aforismi” una verità sia nascosta, la quale il Duca Federico di Sassonia-Gotha, cui erano dedicati gli Aforismi, provò e trovò corretta. Una medaglia chimica fu coniata al tempo, della misura di un pezzo da otto grossi, un lato del quale riportava sulla sommità “a Numine Lumen” con i segni (SOLE) e (LUNA), nel mezzo un doppio triangolo ed in basso una fenice col simbolo dell’antimonio sulla testa, e quelli del sale, del mercurio e dello zolfo nel becco, con il motto “Suspicio & reddo”, Gotha 1685. Sull’altro lato “Fridiricus D. G. Dux Sax. I. C. & Mont.”, sotto “Sorberger“, dal quale si può ricavare l’anagramma Borghese. Urbiger stesso, sebbene abbia ripetutamente ricominciato il suo processo, non è mai riuscito a portarlo a perfezione, a causa di varie fatalità. L’autore del “Unvorgreiffliche Gedancken” assegna grandi encomi sia a Philalete che ad Urbiger per aver scritto del mistero chiaramente quanto nessuno prima, sebbene egli indirizzi severi biasimi ad altri scrittori filosofici, e pensa che nulla di più debba essere scritto sul Lapis, sebbene le ragioni che alleghi non siano abbastanza concludenti. Eugenius Philaletes, sebbene grande scrittore, era considerato, da tutti quelli che lo conoscevano a Londra, come filosofo speculativo, e piuttosto povero, laddove Ireneo Philalete fece invece proiezioni innanzi a Carlo II; come Urbiger ci assicura aver sentito dalle stesse labbra di Sua Maestà».
L’identificazione di Uribigerus con Borghese e la dichiarazione su Filalete, sono ripetuti in Jungfer Alchymia e da Schmieder. Non posso comunque confermare la lettura di Petraeus del passaggio negli “Unvorgreiffliche Gedancken” perché l’autore mentre parla certamente della chiarezza degli scritti, dice che gli “Scripta” di Urbigerus appaiono assai sofistici, e che dubita che Urbiger fosse in possesso della chiave del segreto. Il desiderio conclusivo dell’autore è che gli adepti rivelino in termini chiari il segreto, oppure che cessino di scriverne del tutto.
Nulla, per quanto abbia ricercato, è registrato intorno alla persona che si presenta come Baro Urbiger o Urbigerus… » (1).

Ci permettiamo oggi di aggiungere una postilla a quanto dice Ferguson. Lo studioso infatti si chiede se il Siebenb. puntato nella citazione del Petraeus sia un Siebenberg o un Siebenburg. In realtà ci pare particolarmente plausibile quest’ultima ipotesi, ovvero lo sciogliere l’abbreviazione in Siebenburg o, meglio ancora, Siebenbürger, l’antico nome della Transilvania, il principato in quel periodo sotto il controllo austriaco, in cui vi era una influente e secolare presenza della nobiltà sassone. Ciò sarebbe in armonia con la dedica dell’edizione tedesca a Federico I di Sassonia-Gotha, proponendo un’origine Sassone del misterioso Barone Urbigerus.
Dal canto suo Ron-Charles Hogart propone (2), a titolo di ipotesi, l’identificazione di C. de Sibenb. con una corruzione di Christian Von Seibenstern (o, piuttosto, Christian Friedrich Von Siebenstern) autore cui si ascrivono una serie di scritti ermetici usciti tra il 1720 ed il 1741 (3). Tuttavia i trent’anni e più di distanza tra gli Aphorisms e le opere attribuite al Von Siebenstern, oltre alla stranezza della corruzione che introdurrebbe, nell’abbreviazione del Petraeus, una b senza alcun motivo, non pendono a favore dell’ipotesi di Hogart.
Figuier (4) cita un’altra opera di Urbiger, una non meglio identificata Confusea in cui sarebbe riportata una testimonianza, raccolta direttamente dalla bocca di Carlo II, della fama alchimistica di Filalete. Non siamo stati in grado di raccogliere alcuna informazione sull’opera citata dal Figuier.
Indipendentemente dall’acrimonia dei detrattori, gli aforismi di Baro Urbigerus conoscono certa fortuna presso gli alchimisti. In tempi recenti, in modo particolare, essi sono stati tenuti in gran stima da Frater Albertus (Dr. Albert Richard Riedel 1911-1984) e dalla sua scuola (5), nell’ambito della quale il Circulatum Minus di Urbiger è oggetto di studio. Un’edizione francese è uscita in tempi recenti, con il titolo di Circulatum minus et circulatum mayor (Ramuel, Villeselve 1996), mentre un’edizione inglese ricalcata su quella di cento aforismi delle Lives of Alchemystical Philosophers è stata ristampata nel 1986 (6). Esiste una parziale traduzione italiana che riguarda 20 soli aforismi (dal 6 al 25) del Circulatum Minus, ed è stata eseguita da Augusto Pancaldi (1918-1986), allievo italiano di Frater Albertus (7). Una ulteriore traduzione italiana del solo Circulatum Minusche non abbiamo potuto consultare, ci risulta uscita sul n° 6, anno XXV (1989) della rivista Conoscenza.

Massimo Marra © – Tutti i diritti riservati – riproduzione vietata con qualsiasi mezzo e con qualsiasi fine.


NOTE:
(1) John Ferguson, Bibliotheca Chemica, (James MacLehose Glasgow 1906), vol. II, pp. 487-488.
(2) Ron. Charles Hogart (ed.), Alchemy. A comprehensive bibliography of the Manly P. Hall Collection (Philosophical Research Society, Los Angeles, 1986), p. 308, MS. N. 233.
(3) Il Ferguson, Op. Cit., riporta l’elenco delle opere (tutte in tedesco ed apparse anonime) attribuite a quest’autore alle pp. 406-407 del vol. II. Secondo il Fictuld (in Probier-Stein, 1753) l’autore in un primo momento si sarebbe fatto chiamare Christian Frederich Von Sternenberg, per poi cambiare il suo nome in Steinbergen (=le stelle alla Pietra). Per Fictuld sarebbe stato un imbroglione, un sofista, che avrebbe anche pubblicato sotto lo pseudonimo Chrysostomus Ferdinand Von Sabor, una Practica Naturae Vera (1721).
(4) L’Alchimie et les Alchimistes, Hachette, Paris 1860, troisième édition, pp. 310-311: «È uno scrittore inglese, Urbiger, che, solo si fa garante delle prodezze ermetiche compiute da Filalete nella sua giovinezza. Urbiger ci assicura, avendolo appreso, se bisogna prestargli fede, dallo stesso re, che Carlo II fu informato dalla voce pubblica che un giovane adepto, suo suddito, faceva gran clamore nei suoi stati per il numero e lo scalpore delle sue proiezioni trasmutatorie (Urbiger, Confusea)». In nota, Figuier nota incongruenze cronologiche nelle notizie di Urbiger su Filalete. La notizia rimbalza, identica o quasi, anche nel Grand Dictionnaire Universel du XIX siècle di Pierre Larousse, Paris 1874, tome douzième, p. 801.
(5) Frater Albertus include gli Aphorismi Urbigeriani nei suoi Golden Manuscripts (Para Publishing 1974).
(6) One Hundred Alchemical Aphorisms and the Summary of Philosophy (Holmes Pub. Grou. Llc, 1986).
(7) In Alchimia Pratica, (Atanor, Città di Castello 1983), pp. 163-165.

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AFORISMI URBIGERIANI o regole certe che dimostrano chiaramente le tre vie infallibili per preparare il Grande Elixir dei Filosofi, o Circulatum Majus dei Filosofi, che rivelano Il Segreto dei Segreti e svelano gli Errori dei Chimici Volgari nelle loro Operazioni: esposti in Centouno Aforismi, ai quali sono aggiunte Le Tre Vie per preparare L’Elixir Vegetale, o Circulatum Minus. Il tutto dedotto da infallibili Esperienze.

Di Baro Urbigerus, un Servo di Dio nel Regno della Natura.

Experto Crede.
Londra Stampato da Henry Faithorne, alla Rosa nella Piazza della Chiesa di St. Paul 1690

Traduzione di Massimo Marra © – tutti i diritti riservati – riproduzione vietata conqualsiasi mezzo e con qualsiasi fine

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Ai nostri cari discepoli, onorati Coadepti, ed a tutti gli amici dell’Arte Ermetica.

Trovando voi, cari Figli, che avete a nostro mezzo conseguito la vera conoscenza della nostra Prima Materia, meritevoli di ricevere le nostre ulteriori istruzioni sul resto del Processo, per estirpare ogni dubbio che possiate aver concepito in mia assenza, per facilitare il vostro Lavoro e mettervi in guardia nel portarlo alla sua più alta perfezione, qui, secondo i vostri desideri, esporremo pubblicamente, per voi e per la vostra utilità, tutte le più infallibili regole necessarie per prevenirsi dagli Errori in questa grande Impresa. E sebbene voi, onoratissimi Coadepti, finora mai abbiate vinto i vostri dubbi arrivando alla Risoluzione di presentare al mondo, unitamente alla Teoria, l’intera Pratica di questa nostra Arte, non di meno siamo certissimi che da voi non riceveremo alcuna reprimenda per aver dato alla luce queste nostre regole; le abbiamo composte in modo tale che anche coloro i quali non ci conoscono, non solo subito si renderanno conto che tutto quello che abbiamo scritto è l’autentica Verità dell’intera Arte Ermetica, chiaramente esposta sia in Teoria che in Pratica, ma concluderanno anche che, per dare Regole così positive ed istruzioni tanto infallibili, che chiariscono tutti i più intricati ed oscuri enigmi dei Filosofi e mettono in guardia da tutti gli Accidenti che possono intervenire nella lavorazione del nostro Soggetto, queste operazioni debbono necessariamente essere state eseguite spesso dalle nostre proprie mani. Confidiamo nel fatto che nemmeno voi possiate biasimarci per questo, dal momento che potrete facilmente comprendere che il nostro Disegno è puramente di istruire i nostri Discepoli e prevenire tutti gli Amici di quest’Arte nobilissima dall’essere ostacolati ed ingannati da qualche falso preteso Adepto: ed infine che coloro che hanno, dalla Divina Benevolenza, con l’aiuto di questi nostri Aforismi o diversamente, ottenuto la benedetta conoscenza della nostra prima Materia, che è la stessa in tutte e tre le nostre vie di produzione del Grande Elixir, possano, attraverso le nostre certe Regole, ottenere l’esaudimento dei propri Desideri.
Nei nostri viaggi ci è capitato di incontrare qualche persona di Veri principi in Filosofia e Religione, ma non abbiamo tuttavia potuto abbracciarli ed istruirli al riguardo della loro ulteriore Perfezione, la quale non può essere raggiunta senza la vera conoscenza della nostra Arte Celestiale, attraverso cui, comprendendo tutto il Mistero dei Misteri, impariamo anche come servire Dio in Fede e Verità.
E, dal momento che non abbiamo obbligazione verso alcun Anima vivente per la conoscenza che possediamo, avendola ottenuta tutta attraverso la sola Benedizione di Dio Onnipotente, grazie alla nostra Operosità ed a nostre Spese, ed essendo quindi in maggior libertà di coloro che ricevono un tal Favore da noi o da qualche altro Adepto, questa nostra Determinazione ci spinge sempre a fare lo stesso ogni volta che incontriamo Persone di tal qualificazione.
Perciò, essendo al presente in Inghilterra, pur non essendo Nativi di questo Regno, crediamo sia necessario scrivere questi nostri Aforismi in Lingua Inglese, senza il minimo dubbio che, occupandosi la Conoscenza solo del Senso, tutte le Improprietà che si potranno trovare nel nostro modo di esprimerci, saranno facilmente perdonate. E quando la Provvidenza ci porterà in qualche altro Paese, avendo già acquisito qualche competenza dei principali Linguaggi Europei, avremo cura di pubblicarli nella Lingua del Posto in cui faremo dimora.
Che noi possiamo al più presto ottenere l’effetto che desideriamo, che a nulla punta se non nel disingannare il Mondo annotando certe ed evidenti Note che distinguano il Degno dall’Indegno, e che spingano gli Uomini ad abbandonare le loro Forme superflue, istruendoli nel vero modo di Servire Dio, poiché è questo il solo mezzo di renderli felici sia in questo Mondo che nel prossimo.

AFORISMI URBIGERIANI o regole certe che dimostrano chiaramente le tre vie infallibili per preparare il Grande Elixir dei Filosofi.

I – La scienza ermetica consiste solo nella giusta conoscenza della prima materia dei Filosofi, che è nel Regno Minerale, non ancora determinata dalla Natura.

II – Una Materia indeterminata costituisce l’inizio di ogni Minerale e Metallo: ne consegue che non appena uno sia così fortunato da conoscerla e comprenderla, potrà anche comprendere le nature, qualità e proprietà di Metalli e Minerali.

III – Sebbene alcune persone, possedute da folli convinzioni, sognino che la prima materia sia possibile trovarla solo in alcuni particolari luoghi, o in tali e tal altri periodi dell’anno, per virtù di un magico magnete, noi siamo certissimi (in accordo col nostro Divino Maestro Hermes) che tutte queste supposizioni siano false; essa si può trovare ovunque, in ogni tempo e per mezzo della nostra sola Scienza.

IV – L’arte Ermetica consiste nella vera manipolazione del nostro soggetto indeterminato che, prima di essere portato al più alto grado di perfezione, deve necessariamente essere sottoposto a tutte le nostre operazioni chimiche.

V – Le nostre operazioni chimiche sono: Amalgamazione, Sublimazione, Dissoluzione, Filtrazione, Coobazione, Distillazione, Separazione, Riverberazione, Imbibizione e Digestione.

VI – Quando nominiamo tutte queste operazioni, esse non devono essere intese come le comuni operazioni dei sofisti dei metalli, le cui industrie consistono solo nel liberare i soggetti dalla loro forma e dalla loro natura; le nostre operazioni trasfigurano realmente il nostro soggetto, conservandone natura, qualità e proprietà.

VII – Questo nostro soggetto, dopo essere passato attraverso tutte queste operazioni artificiali, che sempre imitano la Natura, è chiamato Pietra Filosofale o Quintessenza dei metalli, essendo composto dell’essenza dei loro quattro elementi.

VIII – I metalli ed i minerali che la natura ha già determinato, sebbene possano essere riconvertiti in mercurio corrente, acqua e vapore, non devono essere scambiati per la prima Materia dei Filosofi.

IX – La nostra vera e reale Materia è solo un vapore, impregnato di seme metallico, ancora indeterminato creato da Dio onnipotente, generato con il concorso e l’influenza dell’Astrum contenuto nelle viscere della terra, come matrice di tutte le cose create.

X – Questa nostra Materia è chiamata indeterminata perché, essendo un medium tra un metallo ed un minerale, e pur non essendo nessuno di essi, ha in sé il potere di produrli entrambi, conformemente al soggetto con cui si incontra.

XI – Un tale vapore metallico, congelato e nutrito nelle viscere della terra, è chiamato l’indeterminato quando incanta il Serpente con la bellezza del suo fuoco addizionale interno, il Dragone Verde dei Filosofi determinato: senza la vera conoscenza e la giusta manipolazione di esso nulla può essere fatto nella nostra arte.

XII – Questo Dragone Verde è l’oro naturale dei Filosofi, estremamente differente da quello volgare, che è corporale e morto, essendo giunto alla perfezione secondo Natura, ed essendo quindi incapace di generare a meno che non sia prima esso stesso generato attraverso la nostra Acqua Mercuriale. Il nostro oro è spirituale e vivente, ed ha in sé e nella propria natura facoltà generative, avendo ricevuto la qualità maschile dal Creatore di tutte le cose.

XIII – Il nostro oro è chiamato naturale perché non è fabbricato dall’arte e perché non è conosciuto a nessuno; ma i veri discepoli di Hermes, che sanno come separarlo dalla sua massa originaria, lo chiamano anche Filosofico; e se Dio non fosse stato tanto benigno da creare questo primo Chaos per noi, tutta la nostra perizia ed arte nella produzione del grande Elixir sarebbe stata vana.

XIV – Al di là di questo nostro Oro, o Dragone Verde indeterminato, senza addizione di ogni altra qualsivoglia materia, noi sappiamo come estrarre tutti i nostri Elementi e Principi necessari per l’operazione della nostra Grande Opera attraverso il nostro Menstruum Universale. Questa è la nostra prima via per la preparazione del Grande Elixir; e, dal momento che questo nostro primo Chaos si ottiene senza alcuna spesa, poiché costa solo il disturbo di estrarlo fuori dalle miniere, non a torto questa viene definita la sola via del Povero.

XV – Le operazioni in questa nostra prima via sono simili a quelle della nostra seconda via, e consistono nella congiunzione del nostro Dragone determinato con la nostra Serpe; onde evitare ripetizioni, negli aforismi seguenti, daremo istruzioni valide per entrambe.

XVI – La nostra Serpe, che è anch’essa contenuta nelle viscere della terra, essendo il soggetto di natura femminina più prossimo di tutte le cose create al nostro Drago, copula con esso e genera un Seme metallico contenente in nostri elementi che può, sebbene con maggior tempo e spesa, essere portato a compiere l’intero mistero di Hermes.

XVII – Poiché la nostra Serpe è, di tutte le cose create, il soggetto di natura femminina più vicino al nostro dragone, essa, dopo la copulazione, deve essere presa per base del nostro lavoro filosofale: dalle sue viscere, senza l’aiuto di ogni altro metallo o minerale, noi possiamo estrarre i principi o elementi necessari alla nostra opera, retrogradati dal nostro Menstruum.

XVIII – Questo soggetto femminino non può essere retrogradato a meno che non venga liberato dalle sue impurità e qualità eterogenee. Essa è in primo luogo animata dalle sue sole omogeneità, che la mettono in miglior condizione per ricevere l’amore spirituale del nostro Dragone Verde.

XIX – Dopo che la nostra Serpe è stata circondata con la sua catena, penetrata dal sangue del nostro Dragone Verde, e portata nove o dieci volte attraverso il fuoco combustibile nell’aria elementare, se non ti pare che essa sia esageratamente furiosa ed estremamente penetrante, questo è segno che non hai trovato il nostro soggetto, la nozione degli Homogenea o la loro proporzione.

XX – Se questa Serpe furiosa, dopo esser stata disciolta dal Menstruum Universale, filtrata, evaporata e congelata nove o dieci volte, non diventa una nube e non si trasforma nel nostro Latte Virginale, o Acqua Metallica argentea del tutto non corrosiva, che invisibilmente ed insensibilmente divora ogni cosa vicina, questo dimostra chiaramente che stai sbagliando nella nozione del nostro Menstruum Universale.

XXI – La Serpe di cui parlo ora, è la nostra vera Acqua delle nuvole, o vera Aquila e Mercurio dei Filosofi, assai differente da quello volgare che è corporale, grossolano, morto e pieno di qualità eterogenee, assoggettato, caduto dalla sua Sfera come un frutto acerbo dall’albero; il nostro è spirituale, trasparente, vivente, risiede nella sua propria sfera come un Re sul suo trono.

XXII – Sebbene il mercurio volgare sia come un frutto acerbo, corporale e morto, se vuoi ciò nonostante amalgamarlo col nostro Dragone e retrogradarlo con il Menstruum Universale, puoi anche esser sicuro che riuscirai a preparare un Mercurio Sofico, con il quale potrai certamente produrre il grande Elixir, scoprire il Segreto dei Segreti, aprire le difficilissime serrature ed avere la potestà di tutti in Tesori del Mondo.

XXIII – Il nostro Mercurio è chiamato Mercurio dei Filosofi perché è un Soggetto che non si può trovare a portata di mano pronto e preparato; esso deve essere composto con le nostre Preparazioni Filosofiche a partire dal nostro primo Chaos, e sebbene esso sia artificiale, quando sia naturalmente preparato, pure riceve il contributo della Natura, che nella sua preparazione era stata imitata.

XXIV – Dal momento che il nostro Soggetto non può essere chiamato la Serpe ignea dei Filosofi, tantomeno ha il potere di dominare tutte le cose create prima che abbia ricevuto una tale virtù e qualità dal nostro Dragone Verde e dal Menstruum Universale, dal quale è esso stesso prima dominato, divorato e nelle cui viscere è poi imprigionato; da esse ritorna a nascere, e ciò gli rende potestà di fare a sua volta lo stesso. Ne consegue che una tale virtù di uccidere e vivificare siano connaturate al nostro Dragone ed al Menstruum Universale.

XXV – Il Menstruum Universale dei Filosofi è quello celestiale senza il quale nulla può vivere né sussistere in questo mondo. È sempre questo nobile Campione che libera la Vergine incorrotta, Andromeda, che con forti catene è legata alla roccia in potere del Dragone, al cui spirituale amore deve consentire per tema della propria eterna rovina e per non esserne divorata (e ciò non avrebbe potuto evitarlo se questo nobile campione non fosse venuto ad assisterla). Partorirà un bambino che sarà la Meraviglia delle Meraviglie, e Prodigio di Natura.

XXVI – Se la nostra Vergine, nella sua prigionia, prima di esser liberata, non manifesta la sua estrema bellezza con tutti i suoi interni, diversi e delicati colori naturali, meravigliosamente incantevoli e piacevolissimi allo sguardo, significa che non ha sufficientemente goduto della spirituale compagnia del Dragone.

XXVII – Se il Menstruum Universale non ha totalmente liberato la Vergine dagli artigli del Dragone, può sia essere segno che ella non è stata sufficientemente liberata dalle sue qualità eterogenee, sia che non ha ricevuto dal calore esterno una qualità sufficientemente penetrante, sia che il Menstruum Universale era troppo debole per compiere la sua impresa.

XXVIII – Per riconoscere se l’Amalgamazione, Sublimazione, Dissoluzione, Filtrazione, Coagulazione e Distillazione sono stati Naturali e Filosofali, l’intero corpo della Serpe deve essere divenuto spirituale e trasparente, ed aver rilasciato solo un po’ di feccia sul fondo, che non può essere ridotta da nessuna arte in mercurio corrente o altro tipo di sostanza metallica.

XXIX – Dopo tutte le summenzionate operazioni e la Separazione, se la nostra Serpe, amalgamata con qualche metallo, puro o impuro che sia, non può sopportare la fusione, sarà inutile procedere oltre con esso; puoi esser certo che non stai camminando nel vero sentiero dell’Arte Ermetica.

XXX – La nostra distillazione Filosofale consiste solo nella giusta separazione della nostra acqua Spirituale e Mercuriale da tutte le sue velenose sostanze oleaginose, che non sono utili alla nostra Arte e dal Caput Mortuum, che è rimasto dopo la prima Distillazione.

XXXI – Se dopo la prima Distillazione non ascende un olio rosso esageratamente corrosivo ed estremamente penetrante (e non appena appare tale olio nel collo della storta, il recipiente deve essere cambiato) significa che la Distillazione non è stata eseguita nel modo giusto; di conseguenza, significa che il fuoco interno della nostra acqua metallica vaporosa è stato bruciato e corroso dai suoi vapori velenosi e che è ancora frammisto con il fuoco esterno e con il Caput Mortuum.

XXXII – Nel caso tu abbia commesso un tal grande errore nell’esecuzione dei questa prima Distillazione, sebbene non potrai mai più essere in grado di preparare il Mercurio Duplex dei Filosofi fino a che non ricominci l’intera opera di nuovo dal suo vero inizio, ciò nonostante, se hai una qualche competenza nella nostra Arte, potrai facilmente preparare il nostro Mercurio simplex, con il quale potrai effettuare grandi cose, e miracolose.

XXXIII – Questo olio rosso sangue penetra col suo solo fumo ogni parte ed atomo di tutti i metalli e minerali, e principalmente dell’oro, dalla cui Dissoluzione si può facilmente estrarre la giusta Tintura o Essenza, con uno spirito di vino altamente rettificato che la richiama con sé sopra l’alambicco; e questa è, in verità, una grande medicina per il corpo umano.

XXXIV – Una Tintura di colore rosso sangue intenso di eccellenti virtù può essere estratta anche dal summenzionato Caput Mortuum, accidentalmente e sfortunatamente frammisto con lo Zolfo interno della nostra Acqua Mercuriale e con l’Olio rosso, con uno spirito di vino altamente rettificato; con essa, dopo averla fatta evaporare ed aver ottenuto una polvere, imbevuta e filosoficamente digesta, sarai sicuro di avere la Medicina delle Medicine, vicina al Grande Elixir, con la quale puoi senza sforzo e velocemente curare ogni sorta di malattie, con grande ammirazione di tutti i Galenici, e con stupore di tutti i chimici volgari.

XXXV – La maggior parte dei Filosofi, mentre ha l’intenzione di andare più lontano fino alla nobile perfezione della nostra Arte Celestiale, impiega nel frattempo questo Olio rosso, portato alla potabilità, per medicina interna o per rimedio a disordini esterni, senza alcuna ulteriore preparazione, fino a quando non ottengono poi il Grande Elixir.

XXXVI – Se il Caput Mortuum non ha la Qualità Magnetica di attrarre dentro di sé lo Spiritus Mundi dagli Astrum, è segno che alla fine della Distillazione dell’olio rosso il fuoco esterno è stato così violento da quasi bruciare il Magnete, che è contenuto nelle prime fecce della nostra Acqua Mercuriale.

XXXVII – Dopo la prima Distillazione, se la parte rimasta dell’Acqua Mercuriale Vergine può con una qualunque arte essere trasformata in Mercurio corrente o in un altro tipo di sostanza metallica, è segno evidente che o il Soggetto, o la sua Preparazione e Riduzione in Acqua, non sono stati reali, naturali o Filosofici.

XXXVIII – Il summenzionato Spiritus Mundi, sebbene non sia di nessuna utilità nella nostra grande Opera, è comunque un grande Menstruum per estrarre le Tinture dei Metalli, Minerali, Animali e Vegetali, e per produrre grandi effetti nell’Arte, volatilizzando ogni corpo fisso, e principalmente l’Oro.

XXXIX – Un gran numero di pretendenti della vera Conoscenza Ermetica, prepara i Menstrui dissolvendo Mercurio comune e trasformandolo in acqua in diversi modi e con parecchie addizioni di Sali, Zolfi, Metalli e Minerali; ma, poiché tutte queste preparazioni sono sofistiche, nessuno, anche se esperto nella nostra Arte, riuscirà a riportarlo di nuovo alla sua Qualità corrente.

XL – La qualità della nostra Acqua Mercuriale è di volatilizzare ogni corpo fisso, e di fissare ogni corpo che sia volatile, secondo la proporzione di esso, dissolvendone il corpo, unendosi inseparabilmente con esso e sempre conservandone le Qualità e Proprietà, e non ricevendo incremento da nessuna altra cosa creata, ma solo dal suo corpo crudo.

XLI – La nostra Acqua Mercuriale ha una tale simpatia con gli Astrum, che, se non è mantenuta ben chiusa ed Ermeticamente sigillata, volerà via meravigliosamente in tempo brevissimo, come un Serpente alato, nella sua propria sfera, portando con sé tutti gli Elementi ed i Principi dei metalli, e non lasciandone nemmeno una sola goccia o la più piccola traccia.

XLII – Innumerevoli pretendenti della Scienza Magica preparano i Magneti Magici traendo dall’Aria e (come essi sostengono), dagli Astrum, tanto Menstruum quanto ritengono necessario per la produzione del Grande Elixir; ma essendo il loro Magnete prodotto di diverse cose determinate, sebbene i loro Menstruum siano grandi dissolventi, affermiamo con assoluta certezza che essi non potranno mai produrre alcuna reale esperienza nella nostra Arte.

XLIII – Alcuni sono dell’opinione che, fino a che l’Operatore non sia Maestro nella Scienza Magica e fondamentalmente consapevole di tutti i suoi Esperimenti, egli non sarà mai in grado, con alcuna altra Arte, di produrre alcuna di queste cose, così come di produrre l’Elixir. Ora, sebbene noi non neghiamo che la Conoscenza Magica sia richiesta per raggiungere il più alto grado di perfezione in ogni scienza, siamo anche certissimi che non sia del tutto necessaria alla produzione del Grande Elixir su Animali, Metalli, Pietre Preziose e Vegetali.

XLIV – Il nostro Latte Vergine, o Acqua Metallica, una volta portato a perfetta Spiritualità ed eccellente diafanità, è chiamato il vero Chaos dei Filosofi: attraverso di esso, da solo, e senza addizione di nessuna cosa, naturalmente o artificialmente preparata, noi prepariamo e separiamo tutti gli elementi che sono richiesti alla formazione del nostro Microcosmo Filosofale.

XLV – Per comprendere giustamente come dobbiamo formare il nostro Microcosmo Filosofale a partire dal nostro Chaos, dobbiamo per prima cosa comprendere bene il grande Mistero e Processo della creazione del Macrocosmo; sarà indispensabile imitare ed usare l’esatto stesso metodo che il Creatore di tutte le cose ha usato nella formazione del grande, nella creazione del nostro piccolo.

XLVI – Quando il nostro Chaos o Acqua Celestiale si è purificata dalle sue grossolanità e dal suo corpo sensibile, è chiamato Cielo dei Filosofi, ed il corpo sensibile si chiama Terra, ed è inutile, vuoto ed oscuro. E se il nostro Spirito Divino che è portato sulla Superficie delle Acque non estrae dal corpo sensibile il prezioso Seme Metallico, con nessuna Arte saremo mai in grado di continuare oltre la perfetta Creazione del nostro Microcosmo, secondo i nostri intenti.

XLVII – Questo Cielo dei Filosofi, dopo essersi separato dalla Terra, contenente il nostro Seme Filosofico ed il Magnete del nostro Sale di Natura, e dalle Acque superflue, è chiamato Mercurio Simplex dell’uomo saggio: chiunque lo ottenga, ottiene allo stesso tempo la conoscenza ed il potere per retrogradare metalli, minerali etc., così come la potestà di ridurli al loro primo Essere, di portare alla perfezione i corpi imperfetti, e di vivificare quelli morti, conservandone sempre le loro proprietà e qualità, nonché di produrre il Grande Elixir secondo l’usuale via dei Filosofi.

XLVIII – Dopo che abbiamo separato le Acque dalle Acque, ovvero, voglio dire, la Celeste Acqua Mercuriale dalle acque superflue, la flemma, con la benedizione di Dio e l’infusione del nostro Spirito Santo, non avremo più il minimo dubbio, e dovremmo essere in grado di estrarre dalla nostra Terra quei Frutti e Soggetti coi quali dovremo fare certamente l’intera Creazione, ottenendo il più alto grado di perfezione.

XLIX – Quando la nostra Acqua Mercuriale ha la stessa brillantezza dei Cieli, ed il nostro Corpo grossolano, che si era separato dalla nostra Acqua Celestiale, ha la stessa proprietà e qualità della terra, nessuno, per quanto ignorante, potrà negare trattarsi del giusto Cielo e della vera Terra dei Filosofi.

L – Se, dopo la separazione dello Spirito dalle Acque superflue, il Mondo in cui esso è contenuto non appare assai chiaro e pieno di luce, della stessa brillantezza della nostra Acqua Celestiale, è segno che la Separazione non è stata completamente eseguita, essendo ancora lo Spirito frammisto alle Acque.

LI – Se, nello spazio di nove o dieci settimane, o al massimo due Mesi Filosofici, la nostra Acqua Mercuriale non si è separata da tutta la sua Terra contenente il Seme Metallico, questo è evidente segno che o hai errato nella lavorazione, o che la sua Digestione, essendo stata troppo violenta, ha fuso e bruciato il Soggetto principale della Creazione.

LII – La Terra Filosofica contenente il nostro Soggetto principale, dopo essere stata separata da tutte le acque, è molto delicatamente asciugata da qualche Calore esterno, che la libera dalle sue Umidità estranee in modo che possa essere atta a ricevere la Celeste Umidità della nostra Acqua Argentina, alla quale essa unisce i suoi nobilissimi Frutti, con i quali il nostro Microcosmo Filosofale è generato, nutrito e saturato.

LIII – Se la Terra. dopo che sia stata riverberata, umettata colla nostra Celestiale Umidità, non arricchisce subito la nostra Aria con gli aspettati Frutti divini, puoi certamente credere che il calore esterno, nel seccarla, sia stato tanto violento da bruciare il calore interno e la natura della Terra, rovinando conseguentemente la tua impresa così come l’esecuzione dell’intero Mistero della Creazione secondo la nobilissima, ricchissima, brevissima, naturalissima e segreta via dei Filosofi.

LIV – Nel caso che la Terra sia totalmente distrutta dal violento calore esterno, sebbene sia certissimo che tu non possa continuare oltre la nostra nobile Creazione, comunque, se sai come amalgamare il nostro Mercurio Simplex con il tuo Oro comune, che è dissolto, vivificato e rinnovato da esso, puoi esser certo di realizzare il Grande Elixir, sebbene non così velocemente, naturalmente e della stessa ricchezza di quanto avresti fatto senza che ciò accadesse. E questa è la nostra terza via.

LV – L’amalgama del nostro Mercurio simplex con l’Oro comune consiste solo nella giusta Proporzione e nell’indissolubile unione di entrambi, che si compie in un tempo molto breve senza nessun calore esterno; il loro matrimonio, se non condotto con Esatta proporzione e giusta Unione, non produrrà nulla in nessun momento.

LVI – Sappi poi che questa giusta proporzione è dieci parti del nostro Mercurio Simplex ed una della nostra più fine limatura d’Oro comune, che si scioglie in esso come Ghiaccio in Acqua comune, in modo impercettibile; non appena la Dissoluzione è finita, subito seguono la Coagulazione e la Putrefazione, di cui se non trovi gli effetti, è segno che il mercurio eccede le dovute proporzioni. Ora, una volta che il tuo mercurio è stato così ben amalgamato, unito, putrefatto ed inseparabilmente digerito con il tuo Mercurio simplex, dovrai poi solo avere il nostro Zolfo filosofico; a quel punto si sarà facilmente compiuta l’intera opera lavorando senza Oro comune.

LVII – Sebbene il nostro Mercurio Simplex sia estremamente spirituale e volatile, ciò nondimeno, essendo l’agente appropriato che digerisce il Seme o Essenza di Metalli e Minerali, sebbene indigesto, aderirà naturalmente con ognuno di essi con cui entrerà in contatto, anche se corporali, e non li abbandonerà mai a meno che non ne sia forzato dalla prova, anche se tenuto a fuoco di gran fusione per molte ore.

LVIII – Questo Mercurio Simplex, il quale prima della retrogradazione era di Natura Femminina, e prima di lasciare tutta la sua Terra, era Ermafrodito, essendo potente in entrambi i Sessi, è ora divenuto nuovamente di Qualità Femminina, e sebbene abbia perso il fuoco Mascolino visibile, ha ancora conservato il suo proprio, che ci è invisibile, e con il quale compie operazioni visibili digerendo ogni metallo imperfetto dopo la sua determinazione.

LIX – Se questo nostro Mercurio (osservando le giuste proporzioni) fosse amalgamato con qualunque Metallo imperfetto, essendo prima determinato con uno fisso, esso si rigenererebbe e perfezionerebbe lo stesso, non perdendo la minima Particola della sua Virtù o quantità: questo Metallo, dopo la digestione per un Mese Filosofico (come insegnano la maggior parte dei Filosofi) sarà in grado di resistere ad ogni Prova, e sarà molto migliore di qualsiasi altro Naturale.

LX – La Determinazione del nostro Mercurio Simplex con uno dei Corpi Fissati si ottiene dissolvendo una piccola quantità di Limatura di rosso o bianco, a seconda del colore e della Qualità del Metallo che tu desideri migliorare; e se tu non erri nella Separazione ed Unione dei Soggetti, puoi star sicuro che otterrai quel che desideri dopo una Digestione Filosofica.

LXI – Per sapere con certezza se il Mercurio Simplex sia preparato a regola d’arte, o se stia arrivando a perfezione, una sola Goccia messa sopra un Piatto di Rame scaldato al calor rosso deve imbiancarlo in ogni sua parte, e non deve separarsi da esso, sebbene sottoposto a gran Fusione; se ciò non succede, è la chiara dimostrazione che il tuo Mercurio non era ben preparato, oppure che esso non si era ancora separato dalla sua stessa Terra.

LXII – Se il tuo Mercurio Simplex, posto sopra la sua Terra disseccata, non si unisce immediatamente con l’Essenza dei Metalli, apparendo di colore più cupo di ogni altro Sangue e di più brillante lucore di ogni altro Fuoco, indizio dell’Accoglimento del suo Fuoco interno e che l’Aquila ha succhiato il sangue del nostro Leone Rosso, ciò è segno evidente che hai errato nella Manipolazione della Terra.

LXIII – Questo Mercurio, in tal modo impregnato con la sua Essenza, o Zolfo dei Metalli, è chiamato Mercurio Duplex dei Filosofi, ed è di Qualità e Virtù molto più grandi di quelle del Simplex; con la sua imbibizione nel Sale di Natura, dopo che sia stato saturato con il Simplex, l’intero Mistero della Creazione del Microcosmo Filosofale è perfezionato e stabile.

LXIV – Per sapere se il tuo Mercurio duplex sia Filosoficamente preparato e sufficientemente impregnato con il suo Fuoco interno Naturale, metti una singola goccia di esso sopra un piatto di Argento scaldato al rosso, e se l’Argento non è completamente penetrato da questa goccia, tingendosi di rosso cupo durante il più grande fuoco di fusione, significherà che hai sbagliato nella sua preparazione, o che non gli hai dato sufficiente tempo per essere saturato dalla sua stessa Terra.

LXV – Questa Tintura rosso-cupo estratta dalla nostra Terra Filosofale, è chiamata nostro Zolfo, o Oro indigesto ed essentificato, nostro fuoco elementare interno o nostro Leone rosso; senza il suo aiuto e collaborazione il nostro Mondo Filosofale non può essere nutrito, digesto o perfezionato, essendo esso il giusto Terreno e la vera Essenza dell’intera opera della nostra Creazione.

LXVI – Quando la Terra ha perso la sua anima, ciò che ne rimane è il nostro vero Magnete, che attrae il Sale di Natura dal Fuoco combustibile dopo una violenta Calcinazione di diverse ore; questo Sale, dopo la sua Purificazione e Rischiaramento, è chiamato Terra chiarificata o Sale dei Filosofi; questo, unendosi col nostro Mercurio singolo e doppio, dopo che questi siano digeriti, è chiamato dal nostro maestro Hermes lo Spirito Universale reso terrestre.

LXVII – L’Estrazione, Purificazione e Chiarificazione della nostra Terra o Sale di Natura, è compiuta dal nostro Mercurio Simplex: questo, messo sopra la Terra riverberata, immediatamente la attrarrà unendosi ad essa; potrà essere ancora separato mediante una gentile Distillazione, dopo la quale il avremo ottenuto il Sale dei Filosofi chiarificato.

LXIII – Sebbene usiamo il nostro Mercurio Simplex nella Estrazione della sua Anima dal Corpo e per la successiva chiarificazione, poiché esso è un Menstruum filosofico e perpetuo, esso non perde nulla delle sue connaturali prerogative, né diminuisce minimamente in Quantità, essendo il nostro vero Alkahest, come piace chiamarlo a Paracelso.

LXIX – Questi tre principi, o elementi del nostro Chaos, perfettamente separati dalle loro impurità e portati alla più alta Perfezione, sono giustamente chiamati le tre Fatiche d’Ercole: dopo la loro Preparazione, tutto il Lavoro, le Difficoltà ed il Pericolo saranno passati.

LXX – Alcuni folli Operatori pretendono che il nostro Grande Elixir sia preparato in una maniera assai facile, e del tutto senza alcuna difficoltà; a costoro risponderemo brevemente col nostro maestro Hermes, che tali Impostori non conoscono né la giusta Materia, né la sua corretta preparazione. Con ciò non neghiamo che qualunque Persona Sana, di qualunque età essa sia, possa sopportare tutte le Fatiche d’Ercole necessarie al nostro scopo.

LXXI – Queste nostre Operazioni sono chiamate Erculee rispetto al resto dell’Opera, che è estremamente facile e priva della minima Difficoltà o Pericolo; esse sono per questa ragione chiamate Gioco di Bambini, perché un Bambino o una Donna che abbia un po’ di buon senso, può facilmente eseguirle e portarle al più alto grado di Perfezione, secondo quanto ci dicono tutti i veri Filosofi.

LXXII – Sebbene, secondo la comune opinione dei Filosofi, tutte le summenzionate Operazioni siano stimate difficili e pericolose, possiamo in tutta coscienza assicurare che da soli, senza l’aiuto di alcun’altra creatura, le abbiamo tutte compiute con un comune Fuoco da Cucina, così come ben sanno molti Coadepti nostri amici, che non poterono imitarci ma ammirano ed approvano la nostra Operosità.

LXXIII – Nessun vero Adepto o perfetto Artista può negare che l’intera Opera del Grande Elixir dall’inizio alla fine possa essere eseguita con un sol forno, un sol tipo di vaso e da una sola Persona, con un costo molto piccolo.

LXXIV – Alcuni Impostori vogliono persuadere il Volgo che Oro, Argento e molti altri ingredienti sono richiesti nella fabbricazione del Grande Elixir, secondo le nostre nobili vie; il che, come dimostrano chiaramente le dottrine di tutti i Filosofi e le nostre infallibili Regole, è falso. Perciò è certissimo che noi non facciamo uso di alcuno dei loro Ingredienti, né Argento né Oro (eccetto, come abbiamo detto, nella nostra terza via) fino a che non arriviamo alla Fermentazione del nostro Elixir.

LXXV – Come tutti i veri Filosofi assicurano, tutte le cose necessarie per la nostra Opera Filosofica consistono, oltre al Combustibile, Vasi e pochi altri Strumenti, in una Fornace, e possono essere comprate con una Spesa minore di una singola Ghinea, ovunque ed in qualunque periodo dell’anno.

LXXVI – Dal momento che né Oro né Argento sono assolutamente usati nella Formazione e Nutrizione della nostra Opera Filosofica, ne consegue che il detto antico e comune di alcuni Autori, e cioè che senza lavorare con l’Oro è cosa impossibile fare l’Oro, prova solo le false teorie di uomini che non comprendono la nostra Arte.

LXXVII – Quando le nostre Fatiche d’Ercole sono state portate a Perfezione, ovvero quando i nostri tre Principi sono stai preparati, purificati e perfezionati, a meno che l’inseparabile e Filosofica Unione non sia stata esattamente eseguita, non ci si dovrà aspettare il compimento del Grande Mistero della nostra Creazione.

LXXVIII – Quando i nostri principi o Elementi sono portati alla perfetta e inseparabile unione e Digestione, essi sono chiamati Triplo Mercurio dei Filosofi; una volta portati a compimento, avremo realizzato l’intera Creazione e Formazione della nostra opera.

LXXIX – Tutta la nostra Opera della Creazione, dal suo inizio alla sua perfetta Fine può, secondo la nostra certa conoscenza, essere perfetta in meno di nove Mesi da un abile ed attento Artista che segua le nostre regole, a meno che non capiti qualche accidente nella Preparazione delle nostre Fatiche d’Ercole: per prevenire ciò, noi le abbiamo lavorate in un vaso di Terra, che riteniamo molto migliore e sicuro di ogni Vetro, e molto gradito alla pratica di molti antichi Filosofi.

LXXX � Prima che tu arrivi alla Unione dei tuoi Elementi, la tua terra chiarificata deve anzitutto essere digerita in un moderato e continuo Calore di Cenere, per liberarla da ogni Umidità innaturale che possa aver attratto dopo la sua Purificazione e renderla idonea a ricevere il tuo Mercurio Simplex, dal quale deve essere nutrita nella sua Infanzia.

LXXXI – Se la tua Terra chiarificata, dopo essere stata digerita per lo spazio di un intero Mese, non appare estremamente secca, sottile e frangibile, significherà che hai sbagliato nella sua Purificazione o Chiarificazione, o che l’Umidità esterna che aveva attratto non se ne è ancora andata.

LXXXII – Poni grande attenzione a non iniziare l’imbibizione della tua Terra prima che tu non l’abbia ben purificata, chiarificata, seccata, portata ad grande sottigliezza e resa estremamente frangibile: sarebbe a gran detrimento sia del tuo lavoro che del tuo Mercurio, e, sebbene non possa rovinare la tua Opera, ti costerebbe una gran perdita di Tempo.

LXXXIII – Dopo che la tua Terra chiarificata è stata portata a perfetta Purezza, secchezza e Frangibilità, deve essere imbevuta con otto parti del tuo Mercurio Simplex o Latte Vergine, il quale sarà in brevissimo tempo assorbito in essa come in una Spugna, il che è dimostrazione dell’appetito del nostro Infante; dopo, il Fuoco deve essere continuato fino a che l’infante sia nuovamente affamato.

LXXXIV – Se nello spazio di due o tre giorni, al massimo quattro, il bambino non mostra di essere estremamente affamato diventando di nuovo assai secco e Frangibile, sarà segno evidente che lo hai sopraffatto con il tuo eccessivo nutrimento.

LXXXV – Bisogna anche fare grande attenzione nel nutrire il nobile Infante, perché se tu non osservi bene le nostre infallibili regole, non sarai mai in grado di portarlo alla sua perfetta Maturità; perché solo con la Nozione e Proporzione delle nostre Imbibizioni e della loro Pratica, possiamo aspettarci l’infallibile e prospera conclusione della nostra Opera.

LXXXVI – Dovrai sempre osservare che il Fuoco sia assai moderato per tutto il tempo in cui stai eseguendo le tue Imbibizioni, per paura di forzare qualche parte del tuo Mercurio a lasciare la Terra; un calore moderato compie l’Unione tra Anima e Corpo, e perfeziona tutta l’Opera; al contrario, un calore troppo violento disunisce e distrugge tutto.

LXXXVII – Una volta che l’Infante sia secco, bisogna ripetere ancora l’Imbibizione, e questo Procedimento deve essere usato fino a quando la Materia non abbia ricevuto il suo peso dal Mercurio; se a questo punto non trovi che essa scorra come cera, sia bianca come Neve e molto fissa, devi procedere ancora le tue Imbibizioni, fino ad ottenere un tal risultato.

LXXXIII – Le imbibizioni non devono essere fatte più frequentemente di una volta ogni tre o quattro giorni, ed in questo tempo troverai che la tua Materia, avendo assorbito tutto il tuo Mercurio, si trova in gran bisogno di Nutrimento, che gli deve essere fornito fino a che non ne sia saturata; il Segno di ciò sarà che essa scorre nuovamente come Cera.

LXXXIX – Portata la tua Materia a perfetta Fusibilità, incomparabile Bianchezza ed inalterabile Fissità, sappi poi che avrai così perfezionato l’Elixir bianco, il quale, fermentato con Argento fino in foglie, avrà la capacità di trasmutare ogni Metallo inferiore nel più fine Argento del Mondo.

XC – Prima che l’Elixir bianco sia fermentato con Argento comune, puoi moltiplicarlo sia in Virtù che in Quantità, con la continuazione delle Imbibizioni con il Mercurio Simplex, attraverso il quale esso può essere, per Gradi, aumentato nella sua virtù ad infinitum.

XCI – Avendo portato l’Elixir Bianco al suo Grado di Maturità, se si desidera fargli raggiungere il suo più alto Grado di Perfezione, invece di farlo fermentare con Argento, lo si può nutrire con la sua propria Carne ed il suo proprio Sangue, il che ci dà il doppio Mercurio; con esso, nutrito, moltiplicato in Qualità, quantità, e digesto, l’intera Opera è compiuta.

XCII – Non appena compiuta la prima Imbibizione, potrai vedere una grande Alterazione nel tuo Vaso, poiché non vi osserverai nulla eccetto una nube che occupa l’intero spazio del Vaso, essendo il fisso in disputa col Volatile, ed il volatile col fisso. Il Volatile all’inizio è il conquistatore, ma alla fine, grazie al suo Fuoco interno congiunto con quello esterno, entrambi sono uniti, e fissati insieme inseparabilmente.

XCIII – È da osservarsi che il Vaso di Vetro deve essere ovale, con un Collo lungo mezzo piede, e molto resistente, di grandezza e capacità adatte, poiché la tua Materia, una volta posta nel Vaso, occuperà solo una terza parte di esso, lasciando vuote le altre due: dunque, se esso fosse troppo grande sarebbe di ostacolo nell’esecuzione dell’Opera, e se troppo piccolo potrebbe rompersi in mille pezzi.

XCIV – Dopo che avrai nutrito il nobile Elixir con il tuo Mercurio doppio, prima che possa arrivare alla sua perfetta fissazione, sarà necessario che attraversi tutti gli Stati e colori della Natura, grazie ai quali possiamo giudicare il suo Stato e Temperamento.

XCV – I Colori essenziali e costanti che appaiono nella digestione della Materia, prima che arrivi a Perfezione, sono tre, ossia: Nero, che segnala la Putrefazione e la Congiunzione degli elementi; Bianco, che dimostra la sua purificazione, e Rosso, che denota la sua Maturazione. Gli altri colori che appaiono e scompaiono nel Progredire dell’Opera, sono solo accidentali ed incostanti.

XCVI – Con ogni Nutrizione della sua stessa Carne e Sangue, Rigenerazione dei suoi Colori e Digestione, l’Infante crescerà sempre più forte, ed alla fine, essendo completamente saturo e digesto, verrà chiamato Grande Elixir dei Filosofi, Meraviglia in ogni Dominio, tanto Animale che Minerale e Vegetale.

XCVII – Quando il tuo Elixir è portato a Fluidità ed a perfetta Fissazione, se desideri farne Medicina per i Metalli, devi determinarlo o fermentarlo con limatura di Oro comune; in tale Determinazione esso vetrificherà, ed avrai così un’incomparabile Medicina, capace di trasformare tutti i Metalli imperfetti nell’Oro più puro, secondo le Dottrine di tutti i Filosofi, sebbene questo non sia mai stato nostro obiettivo, ed un Rimedio Universale per la Cura di tutti i Mali curabili, accidenti del Corpo Umano, così come sanno bene i nostri Amici, che hanno goduto dei Benefici di questi nostri Lavori.

XCVIII – È da osservarsi che nella Fermentazione l’Elixir non ecceda in Quantità il Fermento, o altrimenti il Legame Sponsale non potrà avvenire; così se il Fermento fosse predominante sull’Elixir, tutto immediatamente si trasformerebbe in polvere.

XCIX – Il miglior Metodo di Fermentazione è di prendere una parte di Elixir e metterla in dieci parti di Limatura d’Oro, passata per Antimonio per liberarla di tutte le sue Impurità; tenerla poi in un Fuoco circolare per lo spazio di sei ore aumentando il Fuoco per gradi, in modo che le ultime due ore essa sia in un buono stato di Fusione, e, una volta raffreddata, troverai tutta la tua materia estremamente frangibile e del colore del Granito.

C – Il Mercurio comune, amalgamato con piombo, si considera il soggetto più appropriato per eseguire la Proiezione, che comincia in Fusione dividendo la tua Materia fermentata in tre parti, una delle quali, avvolta in Cera, deve essere gettata sopra l’Amalgama; poi bisogna subito coprire il Crogiuolo e continuare il fuoco fino a che non si avverte il Rumore della Separazione e dell’Unione: la seconda e terza parte devono essere tenute per due ore in un continuo Fuoco di Fusione, e lasciate a raffreddarsi da sole.

CI – Chiunque presuma di preparare il Grande Elixir secondo le Nostre segretissime vie senza seguire tutte queste nostre infallibili Regole, si troverà alla fine certamente in grandissimo errore, non raccogliendo altro, dopo una gran quantità di Difficoltà, Spese e Dolori, se non Malcontento. Al contrario, coloro i quali cammineranno nel nostro vero ed infallibile Sentiero, potranno, con piccolissime Difficoltà e Spese, raggiungere il Fine desiderato, che noi cordialmente auguriamo a tutti i sinceri amici della Filosofia Ermetica